Oggi è domenica 11 febbraio e questa è Occhiaie, la newsletter di Generazione edita da Benedetta Di Placido e Nicoletta Ionta.
Allora.
Un anno fa pubblicavamo per la prima volta Occhiaie. Oggi, circa 3,039 frasi e 1,903 paragrafi dopo siamo sempre qui, come ogni domenica, ma stavolta per auto-celebrarci.
Ci prendiamo un più di un secondo per ringraziare tutte le persone che hanno reso questo progetto possibile. Un grande grazie al team grafico di Generazione, a @flaviotodini_ e @puraluce, che hanno saputo mettere su tavola le nostre vaghe richieste in quel pomeriggio di febbraio 2023. Grazie a tutto il direttivo di Generazione, e a alla redazione, per il supporto e l’aiuto prezioso.
Le dieci di Occhiaie
Le parole che abbiamo usato di più quest’anno sono state settimana, presidente, stati, due, governo, partito, sempre, generazione, elezioni, mondo.
Il numero che avete letto di più è stato ‘Habibi’, del 15 ottobre.
Quello che ci è piaciuto di più scrivere è stato ‘Il percorso di santificazione di Silvio Berlusconi’.
Si, abbiamo davvero scritto più di 3,039 frasi e 1,903 paragrafi in un anno.
La notizia della settimana che trattiamo in maniera più approfondita è da noi chiamata “la lunga” - e per decidere di cosa parlare ci crogioliamo per giorni.
In un anno abbiamo rotto veramente di tutto:
Le volte che Nicoletta ha usato il francese per aprire una ‘lunga’: troppe.
Troppe anche le volte che per esprimerci abbiamo utilizzato le citazioni di Boris.
É vero che Occhiaie di Galeffi è la nostra canzone.
Sono più di 10 le volte che abbiamo fatto riferimenti alla serie TV Succession per spiegare le dinamiche del mondo.
Una guida veramente molto pratica per seguire le maledettissime elezioni europee
L’ho già detto una volta, provare a spiegare come funziona l’Unione Europea è una cosa complicata, ma riuscirci per davvero è quasi impossibile.
Tra circa quattro mesi si terranno le prossime elezioni per il Parlamento Europeo, fissate tra il 6 e il 9 giugno secondo le indicazioni del Consiglio. Tuttavia, ogni stato membro ha la facoltà di decidere la data effettiva all'interno di tale finestra temporale: in Italia l'appuntamento elettorale è previsto per sabato 8 e domenica 9 giugno.
Questa sarà la prima elezione dopo Brexit, e la prima a tenersi dopo il Qatargate, lo scandalo di corruzione che ha colpito il Parlamento a dicembre del 2022.
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Gli elettori voteranno direttamente per l’elezione dei membri del Parlamento Europeo, ma a cambiare saranno in maniera indiretta anche le più alte cariche delle altre due istituzioni principali, la Commissione Europea e il Consiglio Europeo, ora presieduti rispettivamente da Ursula von der Leyen, e Charles Michel.
Von der Leyen non ha ancora dichiarato se intende o no cercare un altro mandato, mantenendo un atteggiamento molto riservato sul suo futuro. Qualcosa al riguardo si potrebbe già sapere questo mese: come riportato da Politico EU, secondo indiscrezioni, von der Leyen potrebbe annunciare la sua candidatura per un secondo mandato questo 19 febbraio, in occasione del congresso dell’Unione Cristiano-Democratica (CDU) a Berlino.
L’endorsement della CDU avrà bisogno di una conferma da parte della sua famiglia partitica europea, il Partito Popolare Europeo (PPE), al congresso che si terrà a Bucarest il 6-7 marzo. Tuttavia, questa è considerata una formalità, dato il peso politico della CDU all’interno del PPE, e per l'assenza di altri candidati. In questo modo, von der Leyen diventerebbe la “Spitzenkandidat" del partito. Per una panoramica più chiara sui partiti europei e le loro specificità, qui.
Il termine "Spitzenkandidaten" si riferisce al processo attraverso il quale i partiti politici europei designano un candidato principale per la carica di presidente della Commissione europea nelle elezioni europee. Gli spitzenkandidaten diventano il volto principale del partito, rappresentandone la visione e le priorità.
La scorsa settimana, durante il congresso di partito, i Verdi Europei hanno annunciato le candidature di Terry Reintke e Bas Eickhout. I socialisti europei terranno il loro congresso elettorale a Roma il 2 marzo, anche se si è fatto il nome di Nicolas Schmit, commissario europeo per l'occupazione e i diritti sociali del Lussemburgo. PPE, The Left e ALDE, decideranno i propri candidati principali tra febbraio e aprile.
Il sistema dello Spitzenkandidaten è in vigore dal 2014, nel tentativo di democratizzare maggiormente le elezioni dell'UE, ma non è stato rispettato nel 2019, proprio con l’elezione di Ursula von der Leyen al posto di Manfred Weber, che al tempo era stato designato come spitzenkandidat del Partito Popolare Europeo (PPE). Ciò ha suscitato molte domande sulla possibilità che l'elezione di von der Leyen abbia segnato la fine del sistema dello spitzenkandidat, una risposta che potrà esserci fornita solo in occasione della prossima elezione del presidente della Commissione in seguito alle elezioni.
Per Charles Michel - Presidente del Consiglio dell'UE - la situazione è diversa: la sua carica sta per terminare, in quanto è limitata a due mandati consecutivi, di 2,5 anni ciascuno.
Michel aveva infatti annunciato all'inizio di gennaio la sua volontà di candidarsi alle elezioni per il Parlamento europeo di giugno. L'annuncio aveva fatto sollevare non poche sopracciglia nella bolla; numerosi osservatori e analisti avevano infatti criticato la sua decisione, definendola in certi casi scandalosa e un atto di egoismo. In caso di elezione, Michel avrebbe dovuto lasciare la sua carica a metà luglio.
A suscitare preoccupazione era la possibilità che, in assenza di un accordo tra i 27 leader dei paesi europei entro l'inizio di luglio sul nome del nuovo presidente, la carica sarebbe passata direttamente a Viktor Orbán, secondo le regole europee.
Il ruolo del presidente del Consiglio europeo è essenziale per facilitare la mediazione tra tutti i gli stati membri, e, per questo motivo, la prospettiva di una presidenza di Orbán destava particolare preoccupazione, considerando i suoi continui contrasti con l'Unione Europea su varie questioni critiche.
A questo proposito, da tempo si discute ampiamente della possibilità di modificare il sistema di rotazione semestrale della presidenza europea del Consiglio, che dovrebbe passare all'Ungheria a partire da luglio proprio a causa dei contrasti tra lo stato membro e l’UE. Il paese detentore della presidenza - al momento è il Belgio -, guida i lavori preparatori delle riunioni del Consiglio, influenzando l'agenda politica e i temi di discussione. Sul possibile ritiro della presidenza del Consiglio dell'Unione Europea dall'Ungheria, e sulle sue attuali possibilità pratiche e legali, qui in un articolo de Il Post.
Al caos ha fatto seguito un secondo annuncio la settimana scorsa secondo cui, no, Michel non si candiderà alle prossime elezioni europee, ma dedicherà “(..) tutti i miei sforzi alle mie attuali responsabilità con ferma determinazione fino alla loro conclusione,” ha scritto in un lungo post su Facebook.
Questo articolo di Politico EU ha raccolto le reazioni al dietrofront di Michel, da chi lo ha accusato di aver compiuto la propria completa autodistruzione politica - o meglio, un ‘political harakiri’- , sottolineando la sua già attuale assenza di credibilità; fino ad arrivare alle affermazioni che mettono in evidenza come la sua indecisione non avrà un impatto significativo, in quanto non ispira già molta fiducia.
Michel resterà in carica fino alla fine del suo mandato, previsto per il 30 di novembre. La corsa per la successione è aperta: il prossimo presidente EUCO sarà probabilmente un attuale o un ex leader dell'UE.
Non sono ancora stati ufficialmente annunciati i candidati, ma si è discusso dei possibili nomi di Mario Draghi ed Enrico Letta, oltre a Mette Frederiksen, attuale primo ministro della Danimarca. In passato, erano stati menzionati anche António Costa, primo ministro uscente del Portogallo, e Pedro Sánchez, primo ministro spagnolo. Tutti e tre sono affiliati al Partito dei Socialisti Europei, il che potrebbe renderli candidati appetibili per un accordo di compromesso con il Partito Popolare Europeo per la posizione di Presidente EUCO. Tuttavia, Costa, inizialmente il principale candidato del PES per la successione a Michel, ha rassegnato le proprie dimissioni a seguito di uno scandalo di corruzione a novembre dell’anno scorso, compromettendo di fatto il sostegno dei Socialisti Europei alla sua candidatura.
Allo stesso modo, Sánchez è riuscito a formare una coalizione di governo in Spagna per il suo terzo mandato a novembre, e sembra propendere per continuare il suo impegno a livello nazionale, piuttosto che intraprendere una nuova sfida in Europa.
Un po’ di risorse utili per seguire cosa succede nelle stanze delle istituzioni europee.
I siti di news Euractiv, Euronews, EU Observer e Politico EU.
La newsletter Europa Ore 7 di David Carretta, che offre una panoramica settimanale degli avvenimenti in Europa, analizzando trend, scenari, fatti e fornendo anticipazioni significative.
La newsletter di Elania Zito ‘Bubble - L’Europa fuori dalla Bolla’.
Le proiezioni e i dati di Europe Elects, sito indipendente di analisi e monitoraggio che fornisce aggiornamenti e previsioni sugli sviluppi politici in Europa.
L’edizione del sabato del podcast Morning (Il Post) con Luca Mesculin.
A cura di Nicoletta Ionta (@nicoletta.ionta)
Intervallo
Il primo numero di Occhiaie è uscito il giorno dopo la finale di Sanremo 2023, esattamente come oggi. Mentre scrivo ancora non so quale sia il vincitore o la vincitrice, ma mi sento di poter consigliare qualcosa che ha attraversato questa settimana.
Durante la serata dei duetti di venerdì 9, è salita sul palco insieme a BigMama un’artista napoletana che si chiama LA NIÑA. La sua estetica è molto Frida Khali-ana e la sua musica sembra partorita direttamente dal Mediterraneo. È un misto di tango, flamenco e Pino Daniele. Il suo primo ed unico album si chiama VANITAS, la sua canzone più bella - secondo me - è TU, con Franco Ricciardi.
A cura di Benedetta Di Placido (@ben.detto)
Da Generazione
Eh, ma le Foibe? Come la destra continua a strumentalizzare la storia - di Federico Mastroianni
Se volete occupare spazi fatelo bene: tutto è politica - di Benedetta Di Placido
Non c’è Sanremo senza greenwashing - di Benedetta Di Placido con Greenpeace Italia e ReCommon
TROPICO ha scritto tutte le canzoni che ami. C’è il suo mondo dietro alle migliori canzoni di Sanremo - di Valentina Sbrescia
La destra è dei maschi, una ricerca della Standford University dimostra che gli uomini della Gen Z sono più inclinati a votare a destra delle donne - di Jonathan Piccinella e Letizia Sala
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