L'Oceano odia i ricchi
Nel mondo questa settimana, di sottomarini che affondano e la Torre Eiffel diventa una pala eolica gigantesca...
Oggi è domenica 25 giugno e questa è Occhiaie, la newsletter di Generazione edita da Benedetta Di Placido e Nicoletta Ionta.
Buona domenica e bentornatə su Occhiaie.
Questa settimana il mondo intero si è attivato per salvare 5 uomini che viaggiavano a bordo di un sottomarino, dispersi nei meandri dell’Oceano. Inutile dire che per il naufragio che ha coinvolto 500 migranti, avvenuto la notte tra il 13 e il 14 giugno sulle coste della Grecia, non si è attivata neanche la-metà-della-metà di questa baraonda. Fosse solo per la quantità di copertura mediatica.
Iniziamo.
Nel mondo questa settimana
La corte di Mosca ha emesso una decisione secondo cui il giornalista americano Evan Gershkovich del Wall Street Journal rimarrà detenuto in carcere fino almeno al 30 agosto, respingendo così il ricorso presentato dai suoi avvocati. Della questione ne avevamo parlato qualche settimana fa qui.
Il 22 giugno ha avuto inizio a Brasília il processo contro l'ex presidente di estrema destra Jair Bolsonaro. Bolsonaro è accusato di aver attaccato il sistema di giustizia elettorale e di aver criticato la sicurezza del voto elettronico, senza fornire prove a sostegno delle sue affermazioni.
Josep Borrell, capo della politica estera dell'Unione Europea, ha invitato i leader di Serbia e del Kosovo a partecipare a una serie di incontri nella città belga.
Dopo le accuse del capo del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, secondo cui l'esercito russo aveva attaccato i suoi miliziani, militari appartenenti al gruppo di mercenari russo Wagner sono stati avvistati nella città di Rostov sul Don, situata nelle vicinanze del confine con l'Ucraina. Prigozhin aveva dichiarato l'intenzione di condurre i suoi uomini in una "marcia per la giustizia" all'interno del territorio russo, in protesta contro i vertici militari dell'esercito regolare.
Robert Kennedy Jr, figlio di Bobby Kennedy, ha annunciato la propria candidatura alle primarie del Partito Democratico. Nonostante si trovi vicino alle posizioni dell’ala più radicale del partito Repubblicano, sarà il principale avversario di Joe Biden alle primarie dei Democratici.
I moti rivoluzionari dell’Oceano
Il riassunto di quanto sta accadendo nell’Oceano questa settimana l’ho trovato in un tweet che diceva una cosa tipo: “L’Oceano sta facendo di più per l’anticapitalismo che tutti i comunisti di oggi messi insieme”. Nello specifico, il commento si riferisce alla storia del sottomarino e alla faccenda delle orche. Ma andiamo con ordine.
Sembrerebbe che dal 2020 ad oggi, nei pressi della Penisola Iberica, una serie di orche si siano organizzate, per circa dieci volte, con l’obiettivo di attaccare gli yacht che giravano attorno a quell’area.
E’ complesso comprenderne gli intenti, ma Alfredo López Fernandez, uno dei biologi che sta seguendo nello specifico questa storia assurda, suggerisce che le orche lo stiano facendo apposta. Cioè, esclude che ci sia un nesso di causa-effetto negli attacchi agli yacht, anzi, suppone che un’orca specifica, di cui viene osservato il comportamento da tempo, abbia subito un trauma da parte di un’imbarcazione e che abbia iniziato così una sorta di difesa preventiva con tutti gli yacht che passano vicino casa sua. Le altre orche, che costudiscono delle capacità imitative particolarmente sorprendenti, avrebbero iniziato ad imitarla.
Queste informazioni vengono trasmesse tra le diverse popolazioni di orche tramite i loro vocalizzi, e ci sarebbe la possibilità che questo comportamento venga tramandato di generazione in generazione come forma di protezione.
Si stima che tutti i super-yacht nel mondo consumino 32 milioni di galloni di petrolio e producano emissioni di diossido di carbonio pari a 285 milioni di chili all’anno. Che dire, per me le orche possono proseguire: sono una delle loro più grandi fan.
Passiamo adesso alla faccenda del sottomarino. Domenica 18 giugno, un sottomarino della compagnia OceanGate, è stato dato per disperso. L’immersione sarebbe dovuta durare solamente due ore, e aveva come meta il relitto del Titanic, che giace dal 1912 sui fondali canadesi. Al momento, sembrerebbe che tutti i passeggeri siano morti a causa di un’istantanea implosione del mezzo.
A bordo del sommergibile c’erano 5 uomini: Shahzada Dawood, businessman di 48 anni, con suo figlio Suleman, di 19. Paul-Henri Nargeolet, oceanografo ed esperto del Titanic, di 77 anni. Hamish Harding, miliardario di 58 anni descritto dai quotidiani come “avventuriero”. Infine, il pilota Stockton Rush, nonché AD di OceanGate.
La prima immersione di questa imbarcazione, di nome “Titan”, risale al 2018, e pare che già in quella occasione vi fossero molti dubbi in merito la sua sicurezza. Secondo diverse fonti, il mezzo non era stato sottoposto a ispezioni da parte di terze parti che potessero garantirne la sicurezza. A questo proposito, sempre nel 2018, David Lochridge, ingegnere e dipendente della OceanGate, avrebbe inviato ai piani alti un rapporto in cui segnalava alcuni difetti del mezzo e la necessità di effettuare dei test.
Inutile: il giorno dopo è stato licenziato.
Appena reso noto il fatto, è iniziata un’onda di empatia e meme davvero infinita. In seguito all’attivazione delle forze militari degli Stati Uniti e del Canada, anche la Francia ha mobilitato un robot in grado di scendere a grandi profondità.
Ad aver attirato molto l’attenzione è il fatto che l’intero sottomarino Titan sia manovrato con un vecchio joystick da videogiochi. Se volete vedere com’è fatto il mezzo potete cliccare qui. Non so, affidereste a quest’uomo e a quel controller la vostra esistenza? O qualsiasi altra cosa?
Ma informiamoci meglio. Quanto sarà costata a questi 5 uomini la spedizione? Circa 228 mila euro. Avete letto bene. Dopo aver sganciato la somma, i membri dell’equipaggio hanno anche dovuto firmare una liberatoria che affermava: “questo natante sperimentale non è stato approvato o certificato da nessun organismo di regolamentazione e potrebbe provocare lesioni fisiche, traumi emotivi o la morte”.
Questa storia è andata immediatamente virale su TikTok. La Gen Z sembra sia preoccupata, ma anche particolarmente ispirata a lanciarsi nell’abisso che solo il seguire una morte in diretta può provocare, rendendola tristemente meme.
È emerso che il figliastro di uno degli individui a bordo del sottomarino sarebbe stato presente ieri sera al concerto dei Blink-182. Giuro. Inoltre, è stato scoperto che è attivo su Twitter e fa un uso frequente della "n-word" nei suoi tweet, e che non sembrerebbe poi così dispiaciuto.
Abbandonando per qualche minuto questo sarcasmo un po’ nero che, mi rendo conto, potrebbe non essere condiviso da tutti, invito chiunque stia leggendo con un moto di indignazione verso la situazione a usare le stesse energie per sconvolgersi verso i migranti che perdono continuamente la vita sulle spiagge dove - a giorni - andrete a bervi i vostri Spritz.
Mettiamole in ordine le priorità, no?
Trasformare la Tour Eiffel in una pala eolica gigante?
Da quando questa newsletter ha fatto il suo debutto, le proteste in Francia sono diventate un tema ricorrente: ne abbiamo parlato qui, e qui, ma anche qui.
Questo giovedì Parigi ha aperto il summit sul New Global Financial Pact, il nuovo accordo finanziario globale che si propone di trovare soluzioni finanziarie per affrontare congiuntamente la povertà, le emissioni di gas a effetto serra e la protezione dell'ambiente. L'obiettivo del Vertice è stato quello di allineare le agende sul clima, sullo sviluppo e sul debito per proporre soluzioni innovative alle sfide globali.
Proprio durante i preparativi per l’incontro - a cui hanno partecipato circa 50 capi di stato e leader mondiali, tra cui Olaf Scholz, Cancelliere della Germania, Ursula Von der Leyen, Presidente della Commissione europea e Mia Mottley, Primo Ministro delle Barbados - numerosi attivisti per il clima hanno trasformato la Torre Eiffel in una gigantesca pala eolica, circa.
Secondo quanto riportato da Euronews, l'obiettivo era quello di sollecitare i paesi più ricchi a fornire assistenza alle economie in via di sviluppo al fine di affrontare gli impatti del cambiamento climatico.
Tuttavia, pur registrando progressi su alcuni fronti, il vertice di Parigi presieduto da Emmanuel Macron si è concluso senza affrontare i problemi fondamentali che ostacolano gli investimenti dei Paesi in via di sviluppo in progetti di sostenibilità e nelle misure per il clima, quali gli alti livelli di debito. Per saperne di più vi consigliamo un articolo di Politico.eu qui.
Nella scorsa settimana, si è verificata una serie di eventi significativi nell'ambito dell'attivismo ambientale in Francia: uno di questi è stato il clamoroso scioglimento di Les Soulèvements de la Terre con decreto ufficiale. LST è un'organizzazione che rappresentava diverse associazioni di attivisti ambientali nel Paese, caratterizzata da azioni dirette ad alto impatto rivolte contro interessi commerciali, progetti governativi e pratiche agricole su vasta scala.
Les Soulèvements de la Terre, in italiano Rivolta della Terra, ha acquisito notorietà soprattutto in seguito della partecipazione alle proteste di inizio anno.
Come vi avevamo già raccontato questa primavera, le proteste per il clima degli scorsi mesi si inserivano nella più ampia cornice del movimento contro la riforma del sistema pensionistico, che ha scosso il Paese a partire da gennaio. Le proteste hanno visto l’unione di diverse istanze e galassie sociali, dai movimenti femministi agli attivisti ambientalisti, all’insegna dello slogan “Retraites, climat : même combat”.
Non vi siete già dimenticati dei tecno-manifestanti? Per rinfrescarvi la memoria:
In particolare, il gruppo è stato molto attivo durante le proteste contro il progetto dei mega-bacini, volto alla costruzione di piscine artificiali per lo stoccaggio dell'acqua pompata dalle falde acquifere sotterranee. I gruppi ambientalisti at large sostenevano che il progetto avrebbe danneggiato i piccoli agricoltori e l'ecosistema, mentre avrebbe avvantaggiato soprattutto i gruppi agricoli industriali.
Les Soulèvements de la Terre aveva partecipato alla ormai tristemente celebre manifestazione ambientalista di Sainte-Soline del 26 marzo, insieme a circa 30 mila persone. Saint-Soline è stata teatro di scontri estremamente violenti con le forze dell'ordine: secondo gli organizzatori, circa 200 persone sono rimaste ferite, due manifestanti sono finiti in coma, e persona ha perso un occhio.
Molte ONG, tra cui Amnesty International e la Lega per i Diritti Umani, avevano denunciato l'uso spropositato della forza da parte delle forze dell'ordine contro i manifestanti. Non solo, come riportato dal The Guardian, anche l’ONU aveva esortato la Francia a rivedere le sue pratiche di polizia, esprimendo preoccupazione per i fatti di Sainte-Soline.
Inoltre, si era discusso dei presunti ostacoli creati dalle forze dell'ordine per impedire le operazioni di soccorso: era stato infatti segnalato che in alcuni casi non era stato possibile intervenire in seguito a un ordine del comando di polizia.
Lo scioglimento di LST era stato ufficialmente proposto dal Ministero degli Interni subito dopo gli scontri di Sainte-Soline, utilizzando i poteri già usati in precedenza per mettere fuori legge gruppi di estrema destra e islamisti. Nella tarda serata di mercoledì, davanti al Consiglio di Stato a Parigi, alla presenza di una ventina di personalità di spicco, tra cui Greta Thunberg, il movimento ha annunciato che presenterà ricorso per impugnare il suo scioglimento.
La decisione di sciogliere il movimento ha suscitato preoccupazioni riguardo alla violazione delle libertà di associazione e di espressione. Il decreto è stato oggetto di numerose critiche, in quanto si sostiene che criminalizzi i cittadini che si impegnano attivamente contro progetti dannosi per l'ambiente.
La decisione di chiudere Les Soulèvements de la Terre segnala un momento di riflessione e possibile ridefinizione delle strategie adottate dall'attivismo ambientale in Francia e in Europa. Questi eventi evidenziano la complessità delle dinamiche tra gli attivisti, le autorità e gli interessi coinvolti, mettendo in luce le sfide e le tensioni che caratterizzano la lotta per la tutela dell'ambiente e la promozione di soluzioni sostenibili.
Generazione Prova
Questa settimana ho scoperto Girls Don’t Sync, un collettivo femminile di DJ e produttrici britanniche che sta girando l’Europa con il proprio set. Ho trovato per caso su YouTube una loro serata per Boiler Room e sono rimasta a bocca aperta. Poi, sia chiaro, non ci capisco niente di set, dj, etc. etc.
Sono qui per le vibes. Pure women joy.
A cura di Benedetta Di Placido (@ben.detto)
Generazione AP-Prova
Alla generazione cresciuta davanti alla rotazione musicale di MTV, quella di Paris Hilton, Lindsay Lohan e Britney Spears, delle proto-influencer con le knee-socks, del dammi tre parole, sole-cuore-amore: parlo a voi.
Questa settimana approvo ‘Il decennio breve’, podcast di HyperPodcast Studio, con le voci di Alice Oliveri, Stefano Monti e Maria Cafagna. Mi sono lasciata inghiottire dalla nostalgia per il decennio breve, quel periodo di tempo che va dal 2001 al 2011, tra cultura indie e mainstream - perché si, anche noi possiamo salire sulla giostra della nostalgia, non è materia esclusiva di Amadeus e Carlo Conti. Buon ascolto.
A cura di Nicoletta Ionta (@nicolettaionta)
Ringraziamenti
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