The only living Speaker in the US
La settimana dal mondo, l'atteso Mike Johnson e l'intervallo di oggi...
Oggi è domenica 29 ottobre e questa è Occhiaie, la newsletter di Generazione edita da Benedetta Di Placido e Nicoletta Ionta.
Ciao,
siamo Benedetta e Nicoletta e questa domenica ci prendiamo una pausa dal conflitto in Medio Oriente per parlare di altro. Sono settimane che negli Stati Uniti è rimasto vacante un posto fondamentale: quello dello Speaker della Camera. Cerchiamo di fare il punto su come e perché è potuto succedere, poi vi raccontiamo della scelta finale.
Iniziamo
*colto il riferimento del titolo? dai su.
La settimana dal mondo
Da venerdì sera, l'esercito israeliano ha notevolmente incrementato i suoi attacchi aerei e terrestri sulla Striscia di Gaza e ha annunciato un'espansione delle operazioni militari a terra. Questi intensi bombardamenti hanno causato il malfunzionamento delle linee telefoniche e dell'accesso a internet, conseguentemente isolando la Striscia di Gaza dalla comunicazione esterna. In aggiunta a ciò, le condizioni umanitarie della popolazione palestinese a Gaza continuano a peggiorare in modo significativo.
I media Iraniani hanno riportato la notizia della morte di Armita Geravand. Armita aveva 16 anni ed era finita in coma dopo essere stata picchiata dalla sorveglianza della metropolitana di Teheran a causa di un diverbio perché non indossava il velo.
Robert Card, un uomo di 40 anni riservista dell'esercito statunitense, ha compiuto un devastante attacco in un ristorante e in una sala da bowling a Lewinson, Maine, giovedì scorso. L'attacco ha provocato la morte di 18 persone e il ferimento di altre 13, segnando il più grave episodio di violenza negli Stati Uniti dall'inizio dell'anno. Successivamente, venerdì sera, il corpo di Card è stato trovato senza vita. Le prime informazioni indicano che si sia tolto la vita con un colpo di pistola.
Il Consiglio Europeo, riunione dei capi di stato degli stati membri dell’UE, si è riunito giovedì e venerdì scorsi a Brussels, con l'obiettivo di discutere vari temi, tra cui i conflitti in corso in Ucraina e nel Medio Oriente, migrazione e la revisione del bilancio pluriennale dell'Unione Europea.
Le conclusioni del Consiglio sono consultabili qui.
We did it, Joe
In un momento di crisi, in cui gli Stati Uniti giocano un ruolo fondamentale, metà del Congresso è rimasto fermo per mancanza di una guida. Vediamo come è potuto succedere.
Intanto: a che serve uno Speaker per la Camera?
Il Congresso americano è diviso in due: la Camera dei rappresentanti, dove i seggi sono ripartiti tra gli Stati in proporzione alla popolazione; e il Senato, presieduto dalla Vicepresidente Kamala Harris, con due seggi obbligatori per ogni Stato -indipendentemente dalla loro dimensione -, quindi 100 senatori in totale. La Camera è considerata l’organo più rappresentativo del popolo, essendo molto sensibile all’opinione pubblica, invece il Senato rappresenta gli stati membri.
Il mandato dei senatori dura sei anni, che si rinnova secondo tempistiche differenti: 1\3 dei membri del Senato ogni due anni, in modo che la composizione possa rappresentare davvero i cittadini americani - che eleggono direttamente i propri rappresentanti - aggiornandosi periodicamente. Sono eleggibili tutti coloro con più di 30 anni d’età, che abbiano la cittadinanza americana da almeno nove anni e che siano residenti nello Stato che intendono rappresentare al momento della candidatura.
Come è successo in Italia per la morte di Berlusconi, qualora un seggio rimanga vacante si procede con una elezione suppletiva rivolta al collegio di appartenenza di quel candidato.
I seggi della Camera, invece, sono ripartiti in base alla popolazione di ogni Stato, che ha comunque garantito almeno un seggio. In totale, oggi, i membri della Camera dei rappresentanti sono 435. Ognuno di loro ha un mandato di due anni, che inizia sempre nel mese di gennaio. Sono eleggibili tutti coloro che hanno compiuto 25 anni d’età, che siano cittadini americani da almeno sette anni e che siano residenti nello Stato per cui si candidano.
In questo momento il Senato è composto da 48 membri del Partito Democratico, 49 repubblicani e 3 indipendenti. La Camera è composta da 221 repubblicani, 212 democratici e 2 vacanti, rappresentando quindi uno squilibrio di maggioranza rispetto alla presidenza americana, che oggi è democratica.
I due organi, che insieme formano il Congresso Americano, condividono il potere legislativo, e lo condividono tra loro in modo diverso. Sono ovviamente comunicanti: i progetti di legge diventano effettivi solo se approvati da entrambi gli organi. La Camera ha anche il potere di avviare un processo di impeachment, cioè di rinvio a giudizio di cariche pubbliche, tra cui il Presidente. Ne abbiamo parlato qui. Il Senato, tra le varie cose, si occupa dei trattati internazionali.
La Camera dei rappresentanti ha uno Speaker che presiede le sedute - cioè ne gestisce l’ordine del giorno e degli interventi -, assegna le proposte di legge, nomina le commissioni e si occupa, più in generale, dell’economia di qualsiasi cosa accada in questa parte di Congresso.
Martedì 3 ottobre succede questo, ed è un caso davvero unico. Kevin McCarthy, repubblicano, viene rimosso dal suo incarico di Speaker tramite una mozione presentata dal deputato Matt Gaetz, anche lui repubblicano.
Questa storia inizia i primi di ottobre, quando gli Stati Uniti hanno rischiato il cosiddetto «shutdown», ovvero l’interruzione di tutte le attività economiche governative che non siano fondamentali. L’anno fiscale per il governo americano inizia il 1 ottobre, data entro la quale il Congresso deve approvare le «12 appropriation bills», cioè 12 leggi con cui finanziare il nuovo anno fiscale e con cui, sostanzialmente, realizzare l’intera attività del governo. L’approvazione è nelle mani dello Speaker della Camera, che gestisce il dibattito sull’allocazione dei fondi. Per evitare lo shutdown, è importante che la Camera sia guidata da qualcuno che riesca a fare le veci del proprio partito, ascoltando anche i pareri dell’opposizione.
Nel più recente caso, Kevin McCarthy è riuscito a tamponare la situazione con una «continuing resolution», cioè una legge che finanzia l’attività del governo per i prossimi 45 giorni. In questo modo, ha messo d’accordo Democratici e Repubblicani, seppur negando l’inserimento in questa risoluzione delle risorse per gli aiuti all’Ucraina, che invece i Democratici spingevano per tutelare. Tra i Repubblicani l’ala più di destra aveva avvisato McCarthy che non avrebbero apprezzato una continuing resolution, sia perché aveva promesso di far approvare le 12 leggi, ma anche perché si aspettavano più tagli di spesa pubblica, che i Repubblicani promettono da sempre.
L’ala estremista dei Repubblicani ha appoggiato la mozione del collega Gaetz, ottenendo la rimozione di McCarthy con voto di maggioranza, accusandolo di aver collaborato con i democratici e ritenendo di avere necessità di un rappresentante più serio.
L’elezione di un nuovo Speaker è solitamente complessa. Perché se è vero che i principali e più rilevanti partiti negli Stati Uniti siano quello Repubblicano e quello Democratico, è anche vero che al loro interno le correnti siano varie e anche piuttosto distanti tra loro. Entrambe le parti, comunque, possono proporre un candidato.
La prima proposta dei Repubblicani è stata Steve Scalise, già leader della maggioranza alla Camera e deputato della Louisiana, era riuscito ad ottenere 113 voti favorevoli contro i 99 di Jim Jordan, un altro candidato. Dopo un paio di giorni, Scalise ha rinunciato alla sua candidatura, considerando la maggioranza ottenuta troppo debole per sostenerlo nel suo mandato. Si è fatto un tentativo anche con Tom Emmer, sostenuto dal rimosso McCarthy ma particolarmente svantaggiato per l’antipatia manifesta di Trump nei suoi confronti. Infatti, si accorge anche lui di non avere la maggioranza e ritira la candidatura.
A questo punto della storia sono passate due settimane e Jim Jordan è diventato l’unico favorito. Nonostante i vari tentativi di votazione, nell’ultima è riuscito ad ottenere solo 99 voti. Per essere eletto speaker gliene sarebbero serviti 217, tutti da trovare tra i Repubblicani. Dopo tre votazioni fallite, anche Jordan rinuncia alla candidatura.
Finalmente, mercoledì 25, la Camera trova il suo nuovo Speaker con il quarto candidato in due settimane: Mike Johnson. Johnson, anche lui deputato della Louisiana, è riuscito ad ottenere 220 voti: cioè quelli di tutti i Repubblicani che compongono la Camera. Il candidato democratico, Hakeem Jeffries, ne ha ottenuti 209, quindi 3 rappresentanti del suo partito non l’hanno votato.
C’è una postilla simpatica. Lo shutdown che gli Stati Uniti hanno sfiorato per un pelo, potrebbe essere paragonato al nostro esercizio provvisorio, cioè quella misura eccezionale che viene adoperata nel caso in cui la manovra finanziaria - cioè la Legge di bilancio - non venga approvata entro il termine stabilito, che per l’Italia è il 31 dicembre (il 1 gennaio, poi, entra in vigore). Questa disposizione prevede che il governo non possa adottare variazioni di bilancio ma che possa solamente gestire le operazioni indispensabili e di ordinaria amministrazione. Ovviamente, questa condizione pone il Paese in uno stato di fragilità, dove investitori, aziende e l’Europa, non se la sentono molto di proporci affari o comunicare con noi.
Quest’anno siamo messi così male con la legge di bilancio che nessuno (non io) esclude che si possa incappare in un simile provvedimento. Un articolo che ne parla bene e chiaramente è questo, del Manifesto.
Un’ultima cosa. La deriva così frammentata ed estremista del Partito Repubblicano è una conseguenza dell’amministrazione Trump, che oltre ad aver radicalizzato nei suoi alcune idee precedentemente sottese o - comunque - poco esplicitate, ha anche creato una corrente moderata che ormai moderata non è più. E questo ci da la misura di come sia quella estrema. Questo porterà ad una campagna elettorale per le elezioni presidenziali del 2024 ancora più cruda, violenta nel linguaggio e nelle proposte, per la quale è meglio riconoscere i segnali adesso ed evitare di dirsi sorpresi quando, boh, vincerà un candidato ancora più a destra di Donald Trump.
A cura di Benedetta Di Placido (@ben.detto)
Intervallo
Roberto Helou è un regista e attivista ambientale franco-libanese, mentre Florence Ryan è una content creator che ha precedentemente lavorato nel campo dei diritti umani per Amnesty International.
A partire dall’inizio di quest’anno, hanno deciso di intraprendere un viaggio in bicicletta attraverso l'Africa orientale, coprendo oltre 13.000 km da Il Cairo, in Egitto, a Città del Capo, in Sudafrica. Il loro percorso li porterà in Egitto, Sudan, Etiopia, Kenya, Uganda, Ruanda, Burundi, Tanzania, Malawi, Zambia, Botswana, Namibia e, infine, Sudafrica.
Il progetto si chiama Project Africa: Roberto e Florence stanno documentando il loro viaggio in bicicletta su Youtube qui.
Da Generazione
“Non è tutto bianco o nero”: quanto ne sappiamo (davvero) di categorie? - di Elena Tronti
Proibire di manifestare in nome della democrazia: la Francia nega ogni protesta pro-Palestina - di Maria Pia Loiacono
Un libro per denunciare: Patrick Zaki racconta la sua storia - di Ilaria Ferraresi
Siamo già in una guerra mondiale ma la combattiamo a pezzi: una mappa di link - di Matteo Fantozzi
In ogni caso, Occhiaie torna domenica prossima alle 9:30.
Un grazie a chi ci legge e chi ci aiuta qui e lì.