Duccio Patanè che russa
Questa è Occhiaie, la newsletter della domenica mattina di Generazione Magazine scritta da Benedetta Di Placido e Nicoletta Ionta.
Oggi è domenica 19 febbraio
Buongiorno. Oggi si conclude la settimana post-Sanremo, quella in cui inesorabilmente ci trasciniamo appresso discussioni infinite su ogni minuscolo dettaglio della Kermesse. Senza fine, tu trascini la nostra vita, senza un attimo di respiro…
Proviamo a parlare di altro, Fedez e Ferragni non ce ne vogliano. Speriamo comunque abbiano fatto pace, davvero.
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Nel mondo questa settimana:
La Prima Ministra scozzese Nicola Sturgeon ha annunciato le dimissioni dopo 8 anni di mandato. Le sue dimissioni mettono in discussione il futuro del movimento indipendentista scozzese.
La Spagna ha approvato una legge che permette a chi ha più di 16 anni di autodeterminare la propria identità di genere via dichiarazione amministrativa. Nello stesso giorno il parlamento ha approvato anche la riforma della legge sull’aborto e la norma sul congedo mestruale. Un articolo de Il Post spiega bene in cosa consiste il congedo mestruale.
Continuano le proteste in Francia contro la riforma del sistema pensionistico. Il 16 febbraio si è svolta la quinta giornata di mobilitazioni. La misura più dibattuta è quella relativa all’innalzamento dell’età pensionabile da 62 a 64 anni. Ne avevamo già parlato qui.
Per Silvio Berlusconi è stata una settimana al centro dei riflettori anche a livello europeo. In seguito alle dichiarazioni relative alla guerra in Ucraina, Manfred Weber, il capogruppo dei Popolari Europei (PPE), partito politico europeo che raccoglie le realtà di centro-destra degli stati membri, ha annullato il summit previsto a Napoli.
Il numero delle vittime del terremoto che ha sconvolto la Turchia e la Siria continua a salire, si parla di oltre 41.000 persone.
Ormai è una questione di principio, no?
Il 15 febbraio la Camera dei Deputati ha approvato il decreto legge sulle ONG, che risulta essere una modifica al “Decreto Lamorgese”, del 2020. La votazione si è conclusa con 187 voti favorevoli, 139 negativi e 3 astenuti.
Il decreto sta attualmente affrontando l’iter parlamentare per diventare legge. Era stato varato d’urgenza tra Natale e Capodanno dal Governo ed è in vigore da gennaio, comportando un’assegnazione di porti sempre più lontani dalla tratta percorsa dalle navi.
Cosa prevede?
Il decreto prevede che le navi delle ONG debbano possedere una serie di autorizzazioni per compiere le consuete operazioni salvataggio: quelle dell’autorità dello Stato di bandiera e quelle tecnico-nautiche per la sicurezza della navigazione. Devono, inoltre, raccogliere quanto prima le intenzioni dei migranti di richiedere la protezione internazionale e - sempre in tempi assolutamente non realistici - domandare l’assegnazione di un porto di sbarco. Il porto deve essere raggiunto senza ritardi, per far in modo che le situazioni a bordo non si aggravino e non rendano complicato lo sbarco in sicurezza. Inoltre, le navi dovranno compiere una sola operazione di salvataggio in mare per ogni missione, impossibilitando così salvataggi multipli. Sono, infine, fissate sanzioni amministrative, comprese multe fino a €50.000 e il sequestro dell’imbarcazione per due mesi, qualora l’ONG non seguisse il comportamento previsto dal nuovo codice di condotta.
Il Consiglio d’Europa
Già il 26 gennaio il Consiglio d’Europa aveva inviato una lettera al governo italiano, chiedendo di ritirare il decreto. Al suo interno la Commissaria per i diritti umani Dunja Mijatovic affermava di “essere preoccupata che alcune delle regole contenute nel decreto ostacolino la fornitura di assistenza salvavita da parte delle ONG nel Mediterraneo centrale” e che qualora i comandanti delle ONG rispettassero l’obbligo a non compiere salvataggi multipli - dunque a procedere verso il porto assegnato senza sostare e accogliere altre richieste di salvataggio - “verrebbero di fatto meno ai loro obblighi di salvataggio sanciti dal diritto internazionale”.
C’è poca sostanza e molto principio
Dai tempi del decreto sicurezza sembra che i provvedimenti della destra volti a gestire l’emergenza migratoria siano più manifestazioni di forza e pugno duro verso i propri elettori, che una risposta concreta ad un problema esistente.
A votare non c’è andato proprio nessuno
Consapevoli dell’emozione e dell’ampio interesse suscitato dalle recenti elezioni regionali in Lombardia e in Lazio abbiamo deciso di dedicare le nostre energie per raccontarvele. Rimanete con noi.
Il fattaccio
Vi ricordate le elezioni di Obama? Le prime proprio. Luci accese su un palco blu, entusiasmo ovunque. Nessuno parlava d’altro, record di affluenza. Ecco, questo e tanto altro non sono state le elezioni regionali per Lombardia e Lazio.
Le elezioni regionali in Lazio e in Lombardia hanno registrato un'affluenza tra le più basse di sempre. Infatti, si stima che più della metà degli aventi diritto non sia andata a votare.
A Roma e Milano si sono presentati rispettivamente solo il 33,1% e il 42,1% degli aventi diritto al voto. Il dato di Roma, che conta quasi la metà di tutti gli abitanti del Lazio, ha contribuito a ridurre di molto il numero di votanti complessivo.
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Chi vince e chi perde
Si sapeva. Attilio Fontana (CDX) viene riconfermato alla presidenza della Regione Lombardia con il 54,67%, mentre il Lazio vede la vittoria di Francesco Rocca (CDX), ex presidente della Croce Rossa con il 53,88%.
La coalizione di centro-destra è riuscita a strappare un’altra vittoria: grazie alla vittoria in Lazio sale a 15 il numero di regioni italiane governate dal centro-destra. Rimangono alla guida del centro-sinistra solo Puglia, Campania, Toscana, Emilia-Romagna.
E’ andata meglio del previsto
Bene, no di più. E’ andata davvero bene per la coalizione di destra che sostiene il governo nazionale di Giorgia Meloni. Infatti, i candidati del CDX hanno nettamente superato quelli dell'opposizione, tanto da poter dichiarare vittoria anche prima della chiusura delle urne.
Fratelli d’Italia riesce a migliorare la sua posizione. Secondo gli osservatori, il partito sta fortemente beneficiando della popolarità del governo nazionale, ancora piuttosto alta a meno di quattro mesi dall’entrata in carica. I voti di Lega e Forza Italia si sono quasi dimezzati in Lombardia rispetto al 2018.
In casa di chi perde
L’opposizione registra due importanti sconfitte. Ma andiamo con ordine.
Il PD perde la guida del Lazio dopo circa 10 anni, Alessio D’Amato, il candidato del CSX ha concluso la corsa con solo il 33,6% dei voti. Le critiche non sono mancate. Il punto più controverso, infatti, riguarda la scelta del Partito Democratico di correre con il Terzo Polo anziché replicare la coalizione con il M5S, a guida dalla regione dal 2018 sotto Zingaretti.
La candidata del Movimento 5 Stelle, Donatella Bianchi, ha ottenuto il 10,8% dei voti. Tuttavia, il Movimento è sceso sotto il 9% rispetto al 22,06% del 2018 e al 14,8 delle Politiche. Il resto dei voti è stato conteggiato dalla lista civica e dal voto disgiunto.
Nonostante la criticatissima gestione della pandemia da parte dell’amministrazione Fontana, l’alternativa proposta dal centro-sinistra nella persona di Pierfrancesco Majorino non ha convinto. Majorino, che in Lombardia correva sostenuto anche dal Movimento 5 Stelle, contrariamente a quanto deciso nel Lazio, si è fermato al 33,9%. La candidata del Terzo Polo, Letizia Moratti, ha registrato invece il 9,9% dei voti.
Anche i Re possono sbagliare
Sede della Federazione di Italia Viva - Azione, 14 Febbraio, immagini inedite.
Chi mi conosce e mi sta vicino sa quanto io ami parlare di Carlo Calenda, fonte d’ispirazione inesauribile di tutti i miei meme e centro di ogni mia riflessione a tema comunicazione politica. Anche questa volta non sono stata delusa, mi sono stati forniti molteplici spunti per annoiare tuttə. Grazie.
Caffè in una mano e profilo di Twitter di Carlo Calenda nell’altra. Andiamo a vedere come il Terzo Polo ha reagito alla sconfitta alle regionali.
L'alleanza di Calenda e Renzi ha perso molti voti rispetto alle elezioni politiche e, di conseguenza, avrà un'influenza limitata nei consigli comunali. Un dato interessante è quello di Milano, considerata città cruciale per il progetto di Italia Viva e Azione. Innanzitutto, è la città in cui la Federazione aveva ottenuto il miglior risultato a livello nazionale nelle scorse elezioni, totalizzando il 16% delle preferenze, inoltre, è il luogo in cui Letizia Moratti vanta maggiore fama. A Milano, la ex-sindaca si è fermata solo al 13,8% .
I commenti
Dopo il risultato, Carlo Calenda ha ammesso la sconfitta e ha dichiarato che il Terzo Polo, date le sue caratteristiche, non è adatto a elezioni come quelle regionali. A destare molto scalpore è stato poi un tweet in cui si affermava che si sa, gli elettori, a differenza dei clienti, non hanno sempre ragione. Polemica fatta. “E ho fatto un tweet dopo le regionali ma era solo per provocare”.
Carlo Calenda ha poi risposto alle critiche in una lettera aperta al Corriere della Sera pubblicata nella giornata di venerdì: “Che nella democrazia l’elettore sia «il Re» è un fatto, ma che anche i Re possano sbagliare è altrettanto comprovato”.
È LA GLOBALIZZAZIONE DEMOCRAZIA, BELLEZZA!
Il leader ha poi rilanciato la volontà di creare un unico partito di centro "riformista, liberale e popolare". Palla a Renzi.
Ogni considerazione è sospesa per quanto riguarda il futuro del Terzo Polo. Ci si rivede alle prove generali. Quando? Le elezioni del Parlamento Europeo previste per il 2024. Ci sarà da divertirsi. A noi l’attesa non spaventa, il tempo scorre in fretta.
Per saperne di più:
Un articolo dell’Espresso di Simone Alliva fa il punto dei nuovi consiglieri regionali eletti. Vi consigliamo di fare un giro tra i nuovi e vecchi volti qui.
Bunga Bunga - it’s a Farewell!
Sì, ci sarebbe anche la conclusione del processo Ruby-Ter, con grande giubilo del Re e feste a palazzo. Ne abbiamo parlato qui.
Facciamo un giochino, scegli il tuo personaggio di destra preferito in questa foto di una manifestazione del PDL davanti al tribunale di Milano - primo processo Ruby.
No, non è un Caravaggio.
Per saperne di più:
Potete trovare un recap di tutte le puntate della saga giudiziaria di Silvio Berlusconi spiegato bene qui in un articolo de Il Post.
Generazione WEEKLY
Le ultime da GenerazioneMagazine.it
Arianna Vicario ha intervistato Alberto Ravasio, autore del libro finalista alla XXXIV edizione del Premio Calvino “La vita sessuale di Guglielmo Sputacchiera”. La puoi trovare qui.
Luigi Briante ci ha parlato di Rush, il terzo album dei Måneskin in veste “internazionale”.
Quante volte avete sentito dire: “Mangiare meno carne non serve a un cazzo!”? Ilaria Ferraresi ci ha fornito abbastanza materiale per rispondere a questa affermazione. Puoi leggere l’articolo qui.
Generazione PROVA
Se tutti abbiamo ascoltato almeno una volta Sunday Bloody Sunday degli U2, ora dovremmo ascoltare “Troubles - Una Storia Irlandese”, il podcast ideato, scritto e prodotto da Samuele Sciarrillo.
Questa settimana ho divorato i primi 4 episodi disponibili, gli altri 6 usciranno prossimamente. Il podcast racconta in maniera lucida, cruda e con una perfetta ricostruzione storica, il conflitto che ha attraversato l’Irlanda del Nord dagli anni ‘60 agli anni ‘90, passando per i disordini di Belfast e Derry, gli attentati dell’IRA e il fondamentale ruolo di Margaret Thatcher (“I’d put a stick through her heart to make sure she’d never come back!”). In tutte le puntate c’è una parte della preziosa testimonianza di Michael Phillips, irlandese di Belfast arrestato negli anni ‘90 con l’accusa di essere un membro dell’IRA.
Attendo le prossime puntate per ap-provarlo completamente. Intanto, give it a go.
A cura di Benedetta Di Placido (@ben.detto)
Generazione AP-PROVA
Arrivo ai fenomeni letterari sempre con svariati anni di ritardo. Ad esempio, ho letto (e per “ho letto” intendo ho pianto sulle sue pagine) Una vita come tante di Hanya Yanagihara con quattro anni di ritardo e Madame Bovary con un ritardo di 157 anni (imperdonabile!). Per questo, in linea con la tradizione, io vi consiglio un libro del 2020: Brevemente risplendiamo sulla terra. Questo esordio alla narrativa (dal titolo vagamente fabio-voliano) di Ocean Vuong – poeta di origini vietnamite – è uno dei libri che più mi ha toccato negli ultimi anni. A metà tra una lunga lettera (alla madre) e un diario, racconta, con una prosa poetica, la storia di tre generazioni (una nonna, una madre e un figlio) che, fuggite dal Vietnam per scappare alla guerra, approdano negli Stati Uniti. La povertà, la difficoltà nel parlare una lingua straniera, la guerra che ti rimane appiccicata addosso e non ti abbandona mai, il bullismo, la scoperta dell’amore e l’omofobia. Io l’ho letto e mi sono commosso.
A cura di Samuele Vona (@matchonfire)
Ringraziamenti
Come sempre grazie al team grafico di Generazione. Grazie a Chiara Meloni per le sue accuratissime illustrazioni. Noi la domenica ci svegliamo esattamente così.
Un grazie alla pagina Twitter @ borisoutofcontext, le citazioni del set de Gli Occhi del Cuore 2 sono ciò che meglio spiega la realtà politica italiana.
Grazie alla Redazione di Generazione e grazie a tuttə voi per il vostro super sostegno e per il vostro feedback. Siamo già in tantissimə!! Non ce lo aspettavamo.
A domenica prossima!
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