Oggi è domenica 24 marzo e questa è Occhiaie, la newsletter di Generazione edita da Benedetta Di Placido e Nicoletta Ionta.
È vero che quello che succede a Bruxelles, spesso rimane-a-Bruxelles.
Chi sta dentro la bolla delle istituzioni, rischia di subire un'influenza così pervasiva sulla sua dieta mediatica da parte dell’agenda europea, che può iniziare a provare un certo senso di distacco nei confronti di quello che succede davvero al di fuori.
Ci sono però volte in cui, data l’importanza e il peso delle questioni discusse, la bolla si rompe, e le discussioni che avvengono al suo interno coincidono con quelle esterne. È successo questa settimana, in occasione dell’abituale riunione dei capi di stato e governo dell’Unione Europea. Anche a questo giro vediamo insieme perché ci interessa, e di cosa si è parlato.
Questa è l’ultima edizione prima delle vacanze di Pasqua. Noi ci prendiamo del tempo per digerire. Occhiaie torna domenica 7 Aprile.
La settimana dal mondo
Sembrerebbe che il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, faranno incontrare presto due delegazioni dei rispettivi paesi per discutere il piano per l’invasione israeliana a Rafah. L’incontro si dovrebbe tenere a Washington, e questa è una notizia di lunedì 19.
Martedì 19, il giudice dell’udienza preliminare del tribunale dei minorenni di Napoli, ha condannato a venti anni di carcere il ragazzo di 17 anni che lo scorso 31 agosto aveva ucciso Giovanbattista Cutolo, con tre colpi di pistola in piazza Muncipio.
La Corte di Cassazione ha respinto la richiesta dei legali di Alfredo Cospito di ottenere la revoca dal 41-bis, la misura detentiva cui è sottoposto nel carcere di Sassari. Solo ad ottobre, la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, si era espressa a favore della revoca della misura. Questa è una notizia di mercoledì 20.
Da settimane, ormai, la situazione ad Haiti è particolarmente pericolosa: il paese è controllato da bande criminali, che conducono i loro attacchi soprattutto nelle zone più benestanti come Port-au-Prince, dove hanno sede anche le ONG internazionali. Dopo le dimissioni del primo ministro, la chiusura degli aeroporti e la sospensione dei voli internazionali, è di giovedì 21 la notizia che gli Stati Uniti hanno cominciato a far rientrare i propri cittadini a casa, con dei voli d’emergenza organizzati.
La Deutscher Fußball-Bund, cioè la FIGC tedesca, ha annunciato che dal 2027 Nike sostituirà Adidas nel ruolo di sponsor tecnico delle nazionali di calcio tedesche. Adidas, impresa tedesca, è storicamente il fornitore della nazionale: qui c’è un bell’articolo del Post, e questa è una notizia sempre di giovedì 21
Da venerdì 22, i gruppi di attivismo LGBT, saranno considerati organizzazioni terroristiche in Russia.
Sempre venerdì 22 e sempre in Russia, c’è stato un attentato terroristico al teatro Crocus City Hall, dove hanno perso la vita 115 persone e 145 sono rimaste ferite. Qualche ora dopo l’attacco l’ISIS lo ha rivendicato: secondo alcuni funzionari statunitensi si tratterebbe della divisione ISIS-K, attiva in Afghanistan.
Nella notte tra venerdì e sabato 23, a Lampedusa, sono state soccorse dalla Capitaneria di Porto e la Guardia di Finanza 630 persone migranti. Una bambina di 15 mesi risulta dispersa.
Quando la bolla si rompe
"Parlement" è una serie televisiva franco-belga trasmessa per la prima volta nel 2020. La serie segue le vicende di Samy Kantor, un giovane assistente parlamentare francese, che arriva per il suo primo giorno a Bruxelles subito dopo il referendum sulla Brexit. Samy è completamente impreparato e ingenuo, e la situazione non migliora affatto con il suo capo, il deputato francese Michel Specklin, il quale dimostra di essere altrettanto incompetente quanto indifferente nei confronti delle sue responsabilità. Nonostante la serie non sia famosissima, è riuscita a raccogliere un modesto seguito, in particolare tra gli spettatori interessati alla satira politica e agli affari europei, ricevendo critiche positive per il suo sguardo divertente e spesso cinico sulle dinamiche interne dell'Unione Europea, e sulle persone che lavorano al suo interno.
Al momento, sono in corso le riprese della sua quarta stagione, e la crew ha pensato bene di sfruttare il caos creato dalla riunione del Consiglio Europeo di questa settimana come sfondo per alcune scene. Il giornalista di POLITICO, Hans von der Burchard, ha avvistato l'attrice Liz Kingsman, nel ruolo della giornalista Rose Pilkington, mentre tentava capire chi-fosse-chi tra il Presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, e il Segretario Generale dell'ONU, António Guterres.
“EUCO” è l'acronimo utilizzato per indicare il Consiglio europeo, che riunisce i capi di stato o di governo dei paesi membri dell'UE. Il Consiglio si riunisce regolarmente, ma la frequenza può variare a seconda delle circostanze e delle questioni da affrontare. Sono dei meeting in cui si discute di politiche economiche, di sicurezza, relazioni esterne e problemi globali. È un momento fondamentale in cui i leader europei si incontrano per prendere decisioni strategiche e coordinare azioni comuni.
Questo mese sul tavolo c'erano le questioni erano tante: dal supporto militare per l'Ucraina e il tema della difesa europea, alla situazione a Gaza, fino alle discussioni sull’apertura a futuri membri dell'Unione Europea. Ora, una ad una.
La questione degli asset russi e non solo
Una delle questioni più delicate in agenda, che sta ricevendo sempre più attenzione in Europa, è il finanziamento di ulteriori investimenti nel settore della difesa, e nuove vie per reperire fondi per sostenere l'Ucraina.
Una delle proposte di cui si era già iniziato a parlare il mese scorso, è la possibilità per l’UE di utilizzare gli interessi maturati sui beni russi congelati. Un passo indietro: in seguito all'invasione russa dell'Ucraina, l'Unione Europea aveva adottato severe sanzioni contro la Russia, incluso il congelamento di beni materiali e finanziari di cittadini russi considerati vicini al regime del presidente Vladimir Putin.
Questo è il piano della Commissione Europea e di Josep Borrell, Alto Rappresentante dell'Unione per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza UE. La proposta prevede che il 90% dei profitti sugli interessi venga utilizzato per finanziare lo Strumento europeo per la pace (European Peace Facility, EPF), un'iniziativa che parzialmente rimborsa ai governi nazionali le spese militari sostenute per assistere l'Ucraina, mentre il restante 10% potrebbe essere destinato al bilancio europeo per la ricostruzione dell'Ucraina. I detrattori di questa opzione enfatizzano però che sfruttare gli interessi su beni di proprietà straniera in questo modo danneggerebbe seriamente la reputazione finanziaria dell'Unione.
Una seconda proposta consiste nel finanziare nuove spese per la difesa attraverso gli Eurobond, ovvero strumenti finanziari emessi da più paesi dell'area dell'euro per progetti comuni. La proposta è sostenuta dal presidente francese Emmanuel Macron e dalla prima ministra estone Kaja Kallas. Ma l'idea di un debito comune dell'UE è osteggiata dai cosiddetti "paesi frugali", come Austria, Danimarca, Finlandia, Paesi Bassi e Svezia, che temono possa punire i Paesi più ricchi e sono per questo scettici verso tale mossa.
In ultima battuta, c'è la possibilità di cambiare politica sugli investimenti per la difesa della Banca Europea per gli Investimenti (BEI), istituzione finanziaria dell'Unione Europea. Si è parlato di una lettera, firmata da quattordici Paesi membri, indirizzata ai funzionari della BEI, tra cui la Presidente Nadia Calvino, il Presidente del Consiglio europeo Charles Michel e il Primo Ministro belga Alexander De Croo, per chiedere di esplorare diverse possibilità che consentirebbero alla BEI di investire in attività legate alla difesa, e quindi di rivedere alcuni dei suoi attuali limiti. Attualmente, la politica della BEI vieta gli investimenti in armi, munizioni e infrastrutture militari, ma consente il finanziamento dei cosiddetti "prodotti a duplice uso", utilizzabili sia per scopi civili che militari. Tra i firmatari: Finlandia, Bulgaria, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Francia, Germania, Italia, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Polonia, Romania e Svezia.
I trattori non ci hanno mai lasciato
Si è parlato anche di agricoltura e di politica agricola, soprattutto dopo le numerose proteste degli agricoltori che si sono verificate in Europa negli ultimi mesi. Proteste che hanno avuto anche serie conseguenze sul sostegno all'Ucraina da parte degli Stati membri: i governi UE si sono trovati sotto pressione dalle istanze degli agricoltori, che sostengono che i prodotti agricoli economici provenienti dall'Ucraina stiano invadendo i loro mercati e danneggiando i prodotti nazionali.
Durante il vertice di giovedì, il Consiglio ha approvato la reintroduzione delle tariffe su alcune importazioni agricole russe e bielorusse per contrastare la crescente domanda di tali prodotti in alcuni Paesi dell'UE.
Inoltre, per placare le preoccupazioni degli agricoltori, la Commissione Europea sta elaborando una serie di proposte legislative che ridurrebbero significativamente i requisiti ambientali per il settore agricolo. Di più qui.
Aggiungi un posto a tavola
Tra le decisioni c’è anche quella di avviare i negoziati per l’adesione della Bosnia-Erzegovina, dopo che lo scorso dicembre erano state avviate le procedure di adesione di Ucraina e Moldova. Sono passati ben otto anni dalla presentazione della domanda da parte della Bosnia, e circa due dalla sua designazione a status di Paese candidato.
L'offensiva russa ha infatti risvegliato un nuovo slancio verso il futuro allargamento dell'Unione Europea, con l'inclusione degli Stati dei Balcani occidentali all’interno del progetto di enlargement, visto da molti come fondamentale per potenziare la posizione geopolitica del blocco.
Nonostante il via libera ottenuto durante il Consiglio, in passato alcuni Stati membri, tra cui Danimarca e Paesi Bassi, avevano espresso preoccupazioni riguardo a questioni ancora irrisolte nelle riforme costituzionali ed elettorali che la Bosnia avrebbe dovuto affrontare prima di poter iniziare i colloqui per l'adesione. Attualmente la Bosnia può contare sul sostegno di Austria, Croazia, Italia, e Slovenia. Ma il percorso di avvicinamento della Bosnia ed Erzegovina all'Unione Europea è ostacolato da numerose questioni politiche interne, di più in un articolo del Financial Times che ha affrontato l’argomento qui.
L'allargamento non sarà affatto una passeggiata nemmeno per l’UE, che dovrà rinnovare le sue istituzioni - con possibili riforme ai trattati -, finanze e politiche per accogliere tutti i futuri membri.
Una nuova posizione su Gaza
I ventisette non erano riusciti a raggiungere un accordo unanime sul conflitto in Medio Oriente dal 27 ottobre, ma in occasione di questo Consiglio i leader dell'UE hanno adottato una nuova posizione su Gaza, chiedendo "una pausa umanitaria immediata che porti a un cessate il fuoco sostenibile".
Michel ha aggiunto che garantire un accesso umanitario completo e sicuro a Gaza è fondamentale per fornire assistenza vitale alla popolazione civile, considerata la situazione catastrofica nella striscia di Gaza. Ha poi sottolineato che si dovrebbe fare tutto il possibile per evitare un'escalation, e ha invitato il governo israeliano ad astenersi dal lanciare un'operazione a Rafah.
Tutte le conclusioni del Consiglio si possono trovare qui.
A cura di Nicoletta Ionta (@nicolettaionta)
Intervallo
Durante il lockdown, che questo mese compie quattro anni, ho iniziato ad ascoltare instancabilmente una canzone che si chiama “Deal wiv it”, di slowthai e MuraMasa, un rapper ed un produttore inglesi, che viaggiano tra la house, il rap, la nu-disco, l’elettronica e il punk. Dopo aver consumato il brano, sono passata al resto della produzione di slowthai e ora non so più come uscire da questo rabbit-hole che è l’estetica delle periferie inglesi.
La novità degli ultimi giorni è la scoperta di Master Peace, anche lui inglese, che ha scritto la canzone della primavera: “Country Life”. Consiglio di approfondire tutte le cose citate: Slowthai, MuraMasa e Master Peace.
A cura di Benedetta Di Placido (@ben.detto)
Da Generazione
Abbiamo perso il filo di cosa significa guardare un genocidio in diretta: la condanna all’assuefazione occidentale - di Federico Mastroianni e Benedetta Di Placido
Finalmente c’è una proposta di legge per tutelare i minori online - di Alessia De Santis
L’ipocrisia di Meloni all’ospedale Meyer dopo il silenzio sulla morte di 12.000 bambini palestinesi - di Alessia De Santis
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L’AS Roma ha licenziato una dipendente vittima di revenge porn. Eppure il 25 novembre ha inaugurato una panchina rossa in Sapienza contro la violenza di genere: è pinkwashing - di Valentina Sbrescia
Occhiaie torna il 7 di Aprile, nel mentre, è possibile trovarci su: @generazione o a info@generazionemagazine.it
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