Alcune cose che abbiamo capito delle Elezioni Europee
Questo weekend si è votato in Europa e questo è un numero speciale
Oggi è lunedì 10 Giugno e questa è Occhiaie, la newsletter di Generazione edita da Benedetta Di Placido e Nicoletta Ionta.
Quando abbiamo ipotizzato per la prima volta di scrivere una newsletter che riassumesse per tutti le notizie più importanti della settimana, sapevamo che avremmo parlato molto di Europa. È quello che entrambe abbiamo studiato e che ci appassiona, con qualche tradimento occasionale che ci fa virare verso gli Stati Uniti.
Non ci saremmo immaginate, però, che poco tempo dopo avremmo passato la notte sveglie a seguire queste elezioni per lavoro. Nicoletta da Bruxelles, dentro il Parlamento Europeo, e Benedetta da Roma, con i nostri amici di Buone Intenzioni - Pietro e Simone.
Non abbiamo mai avuto più Occhiaie di oggi, ma questo numero speciale per darvi qualche risposta e mettere un po’ d’ordine, ci rende proprio felici.
E questo è un grafico abbastanza affidabile della nuova formazione del Parlamento Europeo.
Iniziamo.
Quattro domande e quattro risposte il giorno dopo le elezioni Europee
Come accade di solito, le elezioni europee hanno portato sconvolgimenti a livello nazionale. Ora cerchiamo di fare chiarezza e di capire cosa è successo questa notte, affrontando i momenti più importanti e rispondendo alle domande più rilevanti.
La destra ha davvero vinto alle europee?
No. Nonostante l'estrema destra abbia ottenuto buoni risultati in diversi grandi paesi europei come Francia, Germania e Austria, continua a non avere i numeri per ottenere una maggioranza nel Parlamento. Infatti, i partiti mainstream pro-europei - ovvero la maggioranza trasversale composta dal PPE, S&D, e i liberali di Renew, che ha sostenuto in passato Ursula von der Leyen nella scorsa legislatura - è destinata a mantenere la maggioranza. Insieme, questi tre gruppi dovrebbero ottenere circa 407 voti in Parlamento.
Il Partito Popolare Europeo di centrodestra è il vero vincitore di questa tornata elettorale, ottenendo il maggior numero di seggi: von der Leyen ha dichiarato che il PPE costruirà "un baluardo contro gli estremi di sinistra e destra". Per essere rieletta Presidente della Commissione, von der Leyen ha bisogno di ottenere 361 voti in Parlamento. La sua vittoria non è cosa certa: avrà bisogno del sostegno dei leader nazionali dell'Unione europea durante il Consiglio europeo.
Il gruppo di centro-sinistra dei Socialisti e Democratici (S&D) è rimasto stabile, ottenendo la maggior parte dei voti a Malta, in Romania e in Svezia, e aiutando il centro-sinistra a mantenere la posizione di secondo gruppo più grande del parlamento. Al contrario, a soffrire le perdite maggiori sono stati i Verdi Europei e la famiglia dei Liberali, che rispetto al 2019 si ritroveranno ora con circa 19 e 23 parlamentari in meno rispettivamente. Una delle perdite più significative per i Verdi è avvenuta in Germania, dove potrebbero passare da 21 seggi a soli 12. Lo Spitzenkandidat dei Verdi, l'eurodeputato olandese Bas Eickhout, ha dichiarato che i Verdi cercheranno di giocare un ruolo "costruttivo" nei colloqui di coalizione, a condizione che von der Leyen sia disposta a dialogare con loro.
Per avere una visione chiara sul funzionamento delle maggioranze al Parlamento Europeo e per comprendere visivamente le possibili coalizioni e i relativi numeri basati sui risultati, c'è un grafico interattivo disponibile qui.
Cosa è successo in Francia?
Le elezioni del Parlamento Europeo vengono spesso interpretate dai cittadini come un referendum sui loro governi nazionali: in Francia, il Rassemblement National di Marine Le Pen e Jordan Bardella ha ottenuto il 32,4% dei voti, di fatto doppiando il risultato della lista promossa dal partito del presidente Emmanuel Macron, e spingendo il presidente a procedere con la dissoluzione dell’Assemblea Nazionale e a convocare nuove elezioni per il 30 giugno, con il secondo turno previsto per il 7 luglio.
"Ho deciso di restituire a voi la scelta del vostro futuro parlamentare attraverso il voto. Di conseguenza, questa sera scioglierò l'Assemblea Nazionale", ha affermato Macron.
In risposta all'annuncio di Macron, Marine Le Pen ha dichiarato di accogliere con favore la decisione di indire le elezioni. "Siamo pronti a prendere il potere se i francesi ci daranno fiducia", ha dichiarato Le Pen, ha poi aggiunto: "Siamo pronti a ricostruire il Paese, a difendere gli interessi dei francesi, a porre fine all'immigrazione di massa, a fare del potere d'acquisto dei francesi una priorità e ad avviare la reindustrializzazione del Paese".
Non solo in Francia: l’estrema destra guadagna terreno anche in Germania, dove la coalizione del cancelliere Olaf Scholz ha subito una battuta d'arresto mentre il partito di estrema destra Alternativa per la Germania (AfD) ha ottenuto il 15,9% dei voti, rispetto al 13,9% ottenuto dal partito di Scholz. Per Scholz si tratta del peggiore risultato in un'elezione nazionale da oltre un secolo.
Come sono andate le cose in Italia?
Il partito di governo, ovvero Fratelli d’Italia, guidato da Giorgia Meloni, ha ottenuto la maggioranza dei voti anche in questa tornata elettorale. E questo è il risultato più scontato - e per questa ragione più noioso - di tutti quelli che potremmo commentare. Il Partito Democratico si è posizionato appena sotto, con il 24,0% dei voti, uno stacco di quasi 5 punti percentuali dal partito di governo. Il Movimento 5 Stelle ha ottenuto il 10%, Forza Italia l’9,7%, la Lega il 9,1% e Alleanza Verdi-Sinistra il 6,7%. Questi sono i partiti che hanno superato la soglia di sbarramento del 4% e che effettivamente - più o meno generosamente - avranno posto tra le sedie del nuovo Parlamento Europeo.
Tra tutti i risultati, è notevole la grande perdita d’elettorato del Movimento 5 Stelle, che ridà un po’ la sensazione di una nuova stagione di bipolarismo, in cui la spaccatura tra destra e sinistra tornerà ad essere evidente, marginalizzando forze centriste che sono andate proprio-proprio male. Il Movimento 5 Stelle, guidato da Giuseppe Conte, ha cucito in più di un caso questa separazione, riuscendo - con stagioni più fortunate di altre - a unire parti politiche molto distanti tra loro. Che adesso questa ipotesi non sia più sostenuta dalle persone, sembra suggerire che ci sia un cambio di passo.
La lista Stati Uniti d’Europa, di Matteo Renzi e Emma Bonino, e anche Azione di Carlo Calenda, non hanno ottenuto il 4%. Anche questo dato conferma quel che dicevamo: sono state spazzate via le forze di centro, con posizioni meno nette, lasciando spazio a quella spaccatura che ci riporterà verso una stagione più seria - forse - con più contenuti e meno litigi insopportabili (parlo di voi Carlo e Matteo).
Cosa ci dicono questi risultati?
In realtà, gli equilibri del nuovo Parlamento Europeo non sono cambiati di molto. Le destre non sono riuscite a prendere tutti i seggi che speravano e che in molti consideravano possibili e non c’è stata nessuna onda nera. Le forze europeiste sono riuscite a mantenere salda la loro presenza in Parlamento, dove non si rischierà neppure in questa legislatura di assistere ad un collasso dell’Unione.
Mentre sembra diminuito l’interesse degli elettori per il destino dell’Unione Europea - visti i dati diffusi sull’astensione - ci sembra che queste elezioni vengano considerate dai governi e dai leader di punta come un momento in cui potersi osservare da fuori, per capire come vengono percepiti e come sta cambiando il mondo intorno a loro. Questo raro momento di introspezione porta al consolidarsi di certezze, di tigna, di spocchia - come mostra il discorso in conferenza stampa di Giorgia Meloni - ma fa anche vacillare. Macron, infatti, ha perso e dunque rinunciato anche al proprio governo, convocando le elezioni per la fine del mese e facendo un carpiato politico che hanno già tentato altre forze politiche minacciate e schiacciate dall’estrema destra. Probabilmente, il suo intento è quello di dare ai cittadini francesi ciò che chiedono e per cui hanno votato nei giorni scorsi, sperando che la destra di Marine Le Pen dimostri tutta la sua incompetenza nella guida del paese e tornando, alla prossima tornata elettorale, ad essere il leader che era. Come potete immaginare, ne parleremo in futuro e seguiremo queste elezioni.
Occhiaie torna anche domenica, probabilmente sempre su questi temi. Ora che le elezioni sono finite possiamo dedicarci al commento di ciò che è accaduto, ciò che accadrà e i nuovi equilibri parlamentari.
Se vuoi condividere con qualcuno questa newsletter - per aiutarci a realizzarla sempre meglio e mantenerla gratuita - puoi farlo qui.
Grazie!
Se hai qualche suggerimento o richiesta, scrivici su Instagram: @ben.detto, @nicolettaionta o @generazione o a info@generazionemagazine.it
Come sempre, grazie per aver letto. Puoi supportare il nostro lavoro iscrivendoti a questa newsletter col bottone qui sotto.